La speranza della poesia nel 2020: i cinque migliori emergenti.
È stato un anno di
difficile gestione e di scelte complicate ma inevitabili. Ma ho
dimostrato a me stesso che la parola scritta – la poesia, la
narrativa – aiuta a mirare all’essenziale e alle cose che contano.
La poesia che ho scoperto
suggerisce sempre la difficile bellezza della vita. Difficile e
semplice. Tutto qui. Ma alcuni libri in particolare mi hanno aiutato
a soffermarmi su aspetti della realtà altrimenti inconoscibili e –
come stranamente mi auspicavo – a curiosare a debita distanza al
mistero di un abisso che ci guarda, come diceva Nietzsche, e
che (parafrasando un altro grande pensatore tedesco, Heidegger)
solo la poesia può in qualche modo affrontare.
Ho letto e sto leggendo
alcuni grandissimi.
Tomas Transtromer,
per esempio, sì è accordato a una curiosità personale non facile,
a un lamento d’esistenza. I suoi versi,
intessuti da una strana forma di malinconia ossessiva (forse tipica
della poesia) e tuttavia compassata, stravolgono la realtà, colorano
i cieli di tinte inaspettate e allucinate. Di grandissima
ispirazione. Struggente e memorabile èSergej Esenin che
canta la terra – egli stesso terra e spirito – sua madre, la
Russia, e una condizione di eterno esule. Inafferrabile e
straordinario è un suo coevo, Aleksandr Trakl, protagonista
dell’Epoca d’argento della poesia russa, poeta intriso di simbolismo
che svela un lirismo spiazzante e passionale.
Ve ne sono altri che
tuttora sto conoscendo, sempre meravigliato: la Nobel Louise Glück
, il grande Umberto Piersanti, l’indimenticabile Milo De
Angelis; l’incredibile e giovaneJan Wagner .C’è tempo?
Forse. Muß es sein? Es muß sein! (e
suggerisco l’ascolto degli ultimi Quartetti di Beethoven).
Ma
sono gli emergenti, i poeti che si affacciano al mondo della
letteratura. Nell’età imbarazzante della scrittura di pancia e degli
a-capo, che tutti accontenta, sempre dolciastra, di Francesco Sole,
Gio Evan e pure Rupi Kaur, per accennare ai più giovani e di
tendenza, la poesia aderisce alla nevrosi dell’oggi splendendo,
inviolabile e sporca al contempo, classica e futuribile, scomoda e
indispensabile. Di questi autori che per buona sorte mi son capitati
fra le mani, provo a illustrare una piccola personalissima
classifica. Sono libri spesso distribuiti da editori indipendenti e
coraggiosi (una piccola realtà editoriale vive mediamente uno o due
anni, ma c’è chi persevera).
Ed
eccoli qua, dal 5° al 1°. Difficilmente li dimenticherò e sarà
bello rileggerli.
5° LUCA ARTIOLI –
Il
lato oscuro del Centauro (La Vita Felice)
Un’opera potente,
incisiva. La poesia è capace di sovvertire il tempo e rivivere
coraggiosamente l’oscuro e orribile periodo della Shoah, con
l’immedesimazione straordinaria nel cuore del grande scrittore Primo
Levi.
4° GIOVANNA CRISTINA
VIVINETTO – Dove
non siamo stati (Rizzoli)
G. C. Vivinetto è
autrice di talento e voce poetica sincera, intima. Una vera promessa
che già si conferma con questo libro, dopo l’esordio notevole di
Dolore Minimo. Poesie di luoghi mancati,
immaginati o colmati nel ricordo. Luogo per eccellenza è il proprio
corpo, in relazione col pensiero, il mondo, l’altro da sé, l’amore.
3° GIULIA BRAVI –
Cuore
Quarantena(Cartacanta)
Cuore Quarantena è un
piccolo miracolo, un sogno dolce e crudele, un viaggio del tempo e
del sentimento attraverso i secoli, la peste di Napoli, il dolore, la
Fede. Pur volgendo apparentemente al passato, il tema è
assolutamente attuale (in tempi di Covid, in particolare), un esordio
stupendo e una silloge assolutamente originale.
2° EMANUELA BOTTI –
Le
fate ingorde (La Vita Felice)
Le fate guardano,
osservano, amano: portano appresso la magia della libertà, la
sensualità, una femminilità piena che tuttavia fa i conti con le
ombre e le spigolosità di un mondo, di un Oggi
che non capisce la magia del vivere, ma che Botti ripropone tramite
una poesia di grande levità e sensibilità, leggerezza e – non
ultima – di grande forza.
1° GABRIELE GALLONI –
IN
CHE LUCE CADRANNO(RP LIBRI)
L a sua precoce
scomparsa ci ha lasciato sgomenti. Grande, forse grandissima
promessa, la sua poesia, senza esitazioni, ha attinto linfa da temi
durissimi, quasi ossessivi, e tuttavia al cuore dell’esistenza
stessa, la vita e la morte e il contatto misterioso che la poesia
autentica e misteriosa, accompagnata da un lirismo inappagato, può
affrontare.
Questo è il più bel
libro di poesie letto nel 2020. Come gli altri, lo consiglio a tutti.
P.S. Ecco i quartetti di Beethoven: