“Nel mio nome c’è una promessa.”
La poesia di Felicia Buonomo vive di tanti silenzi. Ogni suo verso raccoglie sfumature del sentire che vivono la complessità della vita. La raccolta Cara Catastrofe, edita da Miraggi Edizioni, nasconde una recondita dolcezza d’animo da non confondere – assolutamente – con la remissività. Le poesie formano le tonalità pericolose di un grido capace di frantumare il silenzio che lo circonda, ma che si arrende di fronte all’evidenza della catastrofe.
Cara Catastrofe,
Ti porto con me
fino al limite della mente.
Tu non evaderai dal labirinto
dei miei occhi.
Nell’accezione di Felicia Buonomo, catastrofe significa anche cambiamento, transizione, desiderio. Una difficile ma inevitabile illuminazione a cui rifarsi ogni giorno come in un diario: la poesia opera una sutura fra l’esistenza interiore e la dissonanza cognitiva provocata dalla realtà manifesta e dall’assenza di un amore totalizzante. Ciò aumenta il senso di lettura – talvolta ironico e dolce, talaltra spietato e rivolto a temi abissali come il dolore innocente, la dimensione spirituale dell’essere – e la contemplazione della Poeta che si affida al bene nascosto del verso.
Ti ho pensato
come si ascolta una poesia:
con ferocia,
ossessione,
sperdimento.
Il tempo distrugge e non risana. Lascia cicatrici nel cuore. Ogni necessaria parola rischia di essere come sale sulle ferite, ma al tempo stesso compone un linguaggio immaginativo che rende una luminosa ricchezza emotiva, fra slanci vitali, rassegnazione, rabbia. La scrittura di Felicia Buonomo possiede la limpidezza (anche formale) della sincerità disarmante che ritorna alla propria esperienza esistenziale fino a parere ossessione. Ma che è anche il fervore creativo a impreziosire un canto sommesso, penetrante e, ovviamente, una poesia finale che merita la massima considerazione e un’appassionata lettura.
Comments (2)
Monia
Complimenti, brava!
Paolo Vaccari
Che bellissime parole. Ciao