“Il cuore fa il suo dovere quando ricama sogni.”
Dopo romanzi, racconti poesie, l’autrice Selene Pascasi ritorna all’aforisma. Amare non è un verbo segna un percorso artistico significativo perché in queste pagine si condensa una personale ricerca letteraria e umana intorno all’amore, che segna – spesso subendo anche ferite brucianti – la nostra esistenza. C’è un libro che conferma anche le precedenti opere di Pascasi: dalla silloge Tre quarti di cuore fino al romanzo Dimmi che esisto (da cui è tratto il docufilm “Musicanti e attese verticali”) opere che confermano il timbro poetico di Pascasi e uno stile che evita sempre un barocchismo formale, le aggettivazioni insistite, per concentrarsi verso su verso a una scrittura essenziale che fa trapelare una grande freschezza compositiva.
Nel suo percorso artistico non possiamo dimenticare i suoi contributi al piccolo mondo poetico di Scrivere Poesia Edizioni, con racconti e poesie riuscitissimi, da Negli occhi bambini (dedicato ai bambini vittime della guerra), Cinque Natali e la struggente opera A un ricordo da te, silloge comprovante il tema vitale dell’amore, in tal caso dedicato al padre Silvio recentemente scomparso a causa dell’Alzheimer (il libro è infatti dedicato alla associazione Airalzh, cui va un terzo dei ricavi, per la ricerca medico scientifica contro questa terribile malattia).
Amare non è un verbo è come libro – corollario di una ricerca costante verso una scrittura che ripercorre il tema dell’amore come dell’altro da sé e il confronto con il prossimo; l’assenza dell’amore, o meglio la sua negazione. Da questi pensieri e aforismi si intuisce un cuore poetico coraggioso e tenace che si specchia nella parola scritta e, con essa, cerca giorno per giorno – o aforisma per aforisma – un senso alle giornate, fra buio e luce.
Amare non è un verbo è un libro da condividere.