“Che cosa fare?”
L’orrore della guerra continua. E uccide bambini. A migliaia.
Ci resta, dal posto in cui viviamo, una rassegnata disperazione, o indignazione, e a fatica – quasi fosse un inutile movimento dei nostri pensieri – leviamo la voce a protestare… coi nostri vicini di casa. Ma nulla più.
Si deve fare qualcosa. Alcuni pensano che pubblicare un libro dedicato ai paesi violentati, in cui si consuma il dramma della guerra e dell’odio, altro raccoglie che una strategia per lavarsi la coscienza.
Riteniamo che questo sia un pensiero davvero inutile e inconsistente.
Dentro si muore
Quest’antologia, Mai più, che SP pubblica raccogliendo tante voci poetiche emergenti ma forti, diviene un’unica voce che vuole sollevare parole di protesta e al contempo invocare la Pace, come in una preghiera. La pace non come bella parola o panacea per coscienze addormentate, ma come obiettivo:
Ma l’incubo non cessa
È qui, con me
Si prende un tè
e il tempo
e il sole
Piove dentro e fuori si muore
(Johanna Finocchiaro)
E questi poeti e poete fanno quello che meglio si sentono di fare con la poesia, con i mezzi più congeniali ai loro strumenti creativi e ai loro talenti. Perché in essi e in SP permane la convinzione che la Poesia sia un mezzo di comunicazione penetrante e duraturo.
Anche solo per desiderare la pace, dobbiamo cominciare a lavorare sulla nostra comprensione reciproca, senza ipocrisia. Dobbiamo imparare a rispettare le diverse culture, religioni e opinioni. Dobbiamo anche lavorare sulla nostra capacità di risolvere i conflitti in modo pacifico, attraverso il dialogo e la negoziazione.
La poesia è mezzo di comunicazione non diplomatico, ma diretto e misterioso al contempo, e porta con Sé una verità intelligibile a tutti, anche se non esplicabile: certamente l’avversione alla guerra – e non la sua giustificazione – è all’origine dell’ispirazione che colma le parole di queste pagine.
Non c’è notte orfana di sole.
Schiude appena le palpebre
accartoccia a sé le gambe
volteggia su teatri di stelle.
Ha in tasca scorte di dolore
e preghiere consumate in gola.
Ma dietro le sue mille ombre
nasconde il volto perfetto di Dio
dipingendoci addosso il cosmo.
Tra i respiri soffocati d’aria
la guerra degli uomini tace.
Così narra la speranza.
(Selene Pascasi)
Il filo sottile della speranza
L’antologia si prefigge di dedicare buon parte dei suoi ricavi a Save the Children, come donazione spontanea. Aiutare chi aiuta – grazie all’impegno dei poeti e naturalmente ai lettori che li leggeranno – resta a nostro avviso l’azione più concreta da proporre con la poesia e con il libro, e al tempo stesso provando un’opera di sensibilizzazione.
Siamo certi che sarà un buon libro. Un libro sincero che unisce in poesia questo desiderio incessante di speranza e per dire MAI PIÙ alla guerra.
Provare a salvare il filo sottile
della speranza,
il tono sommesso dei giorni,
al di là del vociare del mondo,
delle dita contratte, del disprezzo antico.
(Ilaria Giovinazzo)