Forse il vero iniziatore della grande voce letteraria americana. Scrittore geniale e di disarmante lucidità, particolare e pop; ma tragicamente non fu compreso.
Rideva un tempo una quieta vallata
che nessuno più abitava;
erano tutti partiti per la guerra,
sperando che gli occhi soavi delle stelle
avrebbero di notte sorvegliato
dalle azzurre torri i fiori
dove tutto il giorno pigro
s’allungava il bagliore del sole.
Ora s’avvede ogni viandante
che è inquieta la mesta vallata.
Non v’è nulla che immobile resti
se non l’aria che resta sospesa
sulla sua solitudine magica.
Ah, non vento che scuota quegli alberi
palpitanti come i gelidi mari
attorno alle Ebridi fosche! Ah,
nessun vento trascina le nubi
che incessanti percorrono i Cieli
irrequieti, dall’alba al tramonto,
su distese di violette.
Occhi umani là sparsi a miriadi,
su gigli che là ondeggiano e gemono
su una tomba senza nome!
Ondeggiano: e dalle cime fragranti
stillano eterne rugiade.
Gemono: e lungo i fragili steli
scendono gemme di lacrime perenni.