Brian Jones, fondatore dei Rolling Stones. Polistrumentista di ispirazione jazz, imprevedibile e geniale, senza di lui le Pietre Rotolanti non avrebbero imposto il loro rock sporco per il pubblico inglese, ancora avvezzo alle melodie e ai Beatles. Negli ultimissimi tempi, in sala di incisione, riparava in un angolo a piangere: ormai, per gli altri componenti del gruppo, il suo supporto musicale e compositivo contava ben poco. Jones lasciò i Rolling Stones di lì a poco e provò altrove il suo talento musicale. Ma ormai si era perso, e così si era persa l’anima della band (ma non irrimediabilmente). Il leader era ormai Mick Jagger, il quale pensò presto di ricomporre la band reclutando – sempre dall’ambiente jazz – Bill Wyman e Charlie Watts, più il pianista Ian Stewart, nuove linfe vitali per compensare il mancato apporto musicale di Jones, artefice degli arrangiamenti più eterodossi. Il 4 luglio Jones fu trovato morto di overdose nella sua piscina.
Brian Jones ha iniziato una delle band più influenti di sempre e a essa ha dato il suo cuore, la genialità, la naturale e impressionante propensione alla musica. Enfant Prodige, da ragazzino era già capace di suonare ogni strumento e per questo capace di miscelare sonorità barocche, scenografiche – in barba forse alle presunte trovate rivoluzionarie musicali dei Beatles, i cui talenti venivano sempre filtrati da una produzione massiccia che ne inficiava i genuini intuiti musicali. Con Jones vi era un talento puro che almeno inizialmente soggiogava gli altri componenti dei Rolling Stones; ma dietro il talento viveva una persona insicura con un carattere fragile, presto strozzato dalle droghe; non come Mick Jagger, frontman strepitoso, lascivo e pieno di energia, perfetta (ma non originale) incarnazione del rocker selvaggio. I mondi di Jones, le sue evocazioni sonore e gli arrangiamenti bizzarri e per-psichedelici li ritroviamo in Their Satanic Majesties Request e in Aftermath, ma di lì in poi la grande stagione pienamente creativa dei Rolling terminerà per dare spazio a un blues più dirompente e ruvido, sostenuto dalla ritmica strabiliante di Watts e Wyman.
Era Jones il musicista antesignano del rock. Ma forse genio e sgregolatezza non possono scindersi e il genio soccombe a tutto ciò che non è eccentrico, imprevedibile e disorganizzato: com’era, in un certo senso, la prima musica dei Rolling Stones.
Ultima nota: a quanto pare Jones sarebbe membro d’onore del famigerato Club27 composta da piccoli o grandi artisti del rock morti a 27 anni, come Jimi Hendrix, Janis Joplin e Kurt Cobain. Trattasi probabilmente di una piccola e squallida idiozia giornalistica, che niente aggiunge a delle morti tragiche e ancora difficili da accettare (come quella di Cobain).
Brian Jones è già mito di suo, e la sua magia musicale persiste ancora.