Anche le parole sono suoni (e rock!): un’intervista a IRA GREEN

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Anche le parole sono suoni (e rock!): un’intervista a IRA GREEN

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“Aprire gli occhi e vedere.”

 

Ira Green è fra le cantanti italiane più dotate del nostro panorama rock musicale. Pura e dura, artista indipendente e in continua evoluzione, è anche autrice di testi spiazzanti e sinceri che innervano i suoi brani musicali. Presto uscirà il suo nuovo album che come sempre sorprenderà tutti grazie a una forza compositiva mai scontata e una scrittura avvincente.

Scrivere Poesia ha l’onore di offrire un’intervista che ci aiuta a intravedere il suo modo di vivere la musica e condividerla con Noi.

 

Cara Ira.

Leggendo l’intro biografico dal tuo sito web ufficiale, è subito chiaro che la passione per la musica è nata in te fin da ragazzina; ma la Ira Green che sognavi in tenera età corrisponde alla Ira Green di adesso?

La personalità di Ira Green è uscita fuori verso i 16 anni. Quasi a fare da scudo a quella che è la personalità più fragile. Ma devo dire che nonostante le cose successe nel tempo, sono contenta che oggi le due “fazioni” si siano unite e riescano a convivere. L’una difende l’altra.

Hai una voce poderosa, graffiante, ma anche limpida e, volendo, delicata: quando hai capito di aver un notevole talento nelle corde vocali che doveva essere condiviso?

Lo perfeziono giorno dopo giorno, non si può pretendere di riuscire ad eseguire più tecniche vocali senza un po’ di allenamento. Ma sicuramente l’esperienza a The Voice mi ha aiutata a cercare sempre di migliorare in quello che amo.

Chi sono i tuoi cantanti rock di riferimento, i tuoi maestri?

Freddie Mercury, Layne Staley e David Bowie.

Le tue canzoni sono potenti e incisive; ma grazie anche – e soprattutto, diremmo – ai testi, molto sinceri e profondi. Prendiamo come esempio la canzone del tuo primo bellissimo album, Rebeligion (disponibile immediatamente sul tuo sito ufficiale): You’ve got the sun. Nella canzone è scritto:

Per favore, non chiuderti in una gabbia
Solo perché alcune persone vivono per il tuo dolore
Le armi dell’ignoranza sono fini a se stesse
Sono facili da usare ma ti rapiscono la mente

In questo testo come in tante altre si tradisce un’autentica voglia di libertà e indipendenza. Ma anche dalla musica mainstream che lascia poco respiro al vero rock, a un’arte musicale sincera e in continua evoluzione?

Quello che spero possa trasparire è l’essenza delle emozioni. Non voglio fare la ribelle a tutti i costi, voglio solo che le persone si sentano meno sole in un contesto di disagio e inappropriatezza sociale, dove praticamente devi essere la copia di qualcuno per non sentirti isolato. Io farò sempre musica in modo indipendente, solo nel momento in cui ci sarà chi è disposto a rischiare affrontando la musica a modo mio, accetterò richieste discografiche.

Ritieni importante la parte lirica e testuale in una tua canzone? Anche le parole, con i loro significati, possono ispirarti una melodia, così come le poesie che hanno la loro musicalità?

Sì, anche se secondo molti punti di vista, sono i suoni a generare le emozioni più forti. D’altronde anche le parole sono suoni, ma viaggiano su frequenze diverse. Qualsiasi discorso o storia può ispirare una melodia. Quindi è un turbinio di sensazioni che impari a gestire e tradurre in musica.

Stai progettando un nuovo album e hai lanciato una campagna crowdfunding che sosterremo con piacere: puoi anticiparci qualcosa?

Siamo al lavoro con il nuovo crowdfunding per la realizzazione del mio terzo album. Entro fine mese l’album sarà disponibile e non avrà nessuna catena omologante che in modo silente gestisce la musica negli ultimi 20 anni.

Per chiunque volesse partecipare, può farlo tramite questo link:
https//:www.iragreen.it/donations/terzoalbum

 

 

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