Una riscoperta indipendente
Va a alla casa editrice Sur il merito di riproporre il romanzo d’esordio del quasi dimenticato Ira Levin, Un bacio prima di morire, vincitore del prestigioso Premio Edgar Alla Poe. Sur è casa editrice indipendente nata nel 2011, che pubblica autori di oggi e classici contemporanei. Inizialmente specializzata solo in letteratura latinoamericana, da fine 2015 propone, con la collana BIG SUR, anche traduzioni di narrativa e saggistica dall’inglese. Attentissima ai romanzi di qualità, anche classici contemporanei, prorpio questo mese rilascia un’opera che riscopre un autore che rimane un po’ ai margini dei grandi nomi della letteratura dello scorso secolo: ingiustamente, verrebbe da dire.
Ira Levin
Ira Levin era in primis autore che sviluppava – con una scrittura sobria e vibrante, eppure mai esageratamente soggettiva a scapito del macchinario narrativo, quasi perfetto – delle idee effettivamente geniali. L’esempio più concreto è la sua più famosa incursione nell’horror, con Rosemary’s Baby:
“Guy e Rosemary Woodhouse sono una giovane coppia di sposi. Lui è un attore, in attesa della sua grande occasione; lei sogna una normalità borghese fatta di sicurezza economica, una bella casa, tanti figli. Dopo lunghe ricerche hanno trovato un appartamento nel Bramford – uno storico palazzo nel cuore di Manhattan, circondato da un alone di prestigio sociale ma anche da sinistre leggende – e di lì a poco la loro vita sembra arrivare a una svolta: Guy ottiene una parte in un’importante commedia e Rosemary resta finalmente incinta del primo figlio. Ma non tutto è destinato ad andare per il verso giusto. La gravidanza di Rosemary viene turbata da premonizioni e incubi notturni, da inspiegabili dolori addominali e strani incontri, e soprattutto dall’invadenza di due vicini, troppo premurosi per non risultare sospetti…”
Mogli e genetica
Un maestro del Thriller, si diceva, che comunque percepiva il malessere, le inquietudini dell’odierna società e le realizzava in incubi letterari. Molto ammirato – non a caso – da Stephen King, Levin rimetteva in discussione anche temi politici e sociali, come I ragazzi venuti dal Brasile, e soprattutto La Fabbrica delle mogli:
“La storia riguarda Joanna Eberhart, una fotografa e giovane madre che sospetta che le casalinghe sottomesse nel suo nuovo idilliaco quartiere del Connecticut possano essere robot creati dai loro mariti.”
Premonizioni, inquietudini, satira, clima da “giallo” conferivano alla scrittura Ira Levin le fattezze dei romanzi di attualità, mascherati da escursioni fantasiose che tuttora lasciano (come sempre i grandi libri) un pensiero inquieto, interiore, che ancora ispira lunghi dibattiti.
Ira Levin è un grande scrittore da riscoprire.