“Gli ultimi brandelli del buio”.
ORRORE E AMORE
Alda Teodorani è regina indiscussa della narrativa horror e noir italiana. Le sue storie – i romanzi, i racconti editi da varie case editrici, fra cui Delos Digital e Hacca – sono crudeli e spiazzanti; le paure viscerali e le vicende strazianti dei suoi personaggi aprono a un nichilismo indiscutibile entro cui scorre sangue catartico, annunciato da un intreccio narrativo incantevole.
Lo stile di Teodorani spesso rientra in toni dissacranti e in un’ironia crudele che rimarca l’assurdità del vivere e l’orrore esistenziale.
EPPURE…
Eppure… dai pensieri reconditi di Teodorani, da una cassaforte inaccessibile e in mezzo a “lame appuntite”, solo la stessa scrittrice trae parole segrete che compongono la sua inaspettata Poesia.
Ti odio Poesia: il titolo di questo libro tradisce un sorprendere amore/odio per la scrittura e l’esigenza poetica che si palesa – di fatto e per nostra fortuna – nella necessità di una ri-pubblicazione libera e autonoma e ai margini della produzione di narrativa (e per cui si consiglia Bloody Rainbow, edito da Hacca) che attinge la sua forza da un talento intermediale derivante dal mondo del fumetto, del cinema, la musica (e le suggestioni pulp di tanta letteratura cannibale italiana anni ’90); la Poesia sfugge tuttavia da ogni canone post-contemporaneo – è Poesia e basta, e Teodorani vi riscontra e conferma il suo “non essere se stessa”.
Ti odio Poesia d’altronde è confessione di un difficile, indefinibile e ingovernabile amore: è una scrittura confessata e senza gli schemi narrativi che come congegni perfetti coinvolgono i suoi abituali lettori.
I suoi componimenti si nascondono in una stanzina segreta della coscienza, chiusa a chiave, da cui assorbe ogni esperienza letteraria, ma da questa affrancandosi; e forse proprio in questi abbiamo la chiave per meglio comprendere i processi creativi della scrittrice che si affacciano con mille variazioni alla paura; la sua sensibilità a fior di pelle affronta il decadimento dell’amore e il nulla della morte, pur lasciando un ultimo anelito alla sensualità, all’amore che il desiderio risveglia in corpo rimarcando l’assenza tediosa di un abbraccio e di un contatto:
nel mio cassetto
degli amori non consumati
vedrò se trovo qualcosa di tuo.
Vampiri
L’odio per la Poesia mantiene forte e illibata, non consumata, la Poesia stessa; ma i componimenti scaturiscono comunque, senza inizio né fine, quale ultimo e ingovernabile respiro, ultima traccia di lirismo alla fine del mondo (e della propria anima), ultimo sguardo all’eternità che si rifà ai topos di certa narrativa ma tradisce un canto disincantato, un’esitazione amorosa che non si chiude e ancora attende fra i versi la chiusa definitiva.
Io non ho età
fluisco
col fluire del tempo
scorre il mio sangue nel cuore…
eterno.
(Vampiro II)