Manifesto del romanticismo più autentico tra le grandi firme tedesche dell’800, Vita di un perdigiorno è la storia di un uomo ma più semplicemente la nascita di un poeta che sceglie di uscire dai confini ristretti della banalità e della vita di campagna per vagabondare, violino in mano, lungo i sentieri del mondo
Il vagabondaggio è lo stato più naturale e autentico per un poeta che cerca la pienezza della vita, il futuro, il desiderio di confermarsi; ma è anche vero che il perdigiorno resta tale: qualsiasi regola della società impostagli per una apparente pace esistenziale gli rimane ristretta; e per questo rimane irrequieto; egli ha bisogno di rimanere perdigiorno e riveder la gioia e la bellezza della vita.
E continuare a vagare e a musicare
Eichendorff elabora una confessione di gioia con animo disincantato al contempo innocente; un animo romantico.
Conosciamo un personaggio letterario fondamentale in una scrittura poetica che incarna il manifesto del Romanticismo stesso.
Non manca ovviamente l’amore, che potrebbe offrire l’epilogo giusto al breve romanzo.
Ma non conta ritrovare l’amore ma conta la ricerca e il suo essere alla ricerca di un senso e i momenti in cui cerca la pienezza della vita e la bellezza.
L’amore e la musica accompagnano il perdigiorno, sublimazione dei suoi pensieri.
Libro ancora attualissimo con una scrittura avvolgente e di grande arguzia, in qualche modo è espressione in poesia e confessione della poesia stessa.
E ha trovato venatura sentimentale e voce autentiche che lo ricorda ai posteri.
Un libro che ottenne un successo straordinario e che conferma uno dei tanti capolavori della letteratura romantica tedesca.
Una storia perfetta (paradossalmente) per questi giorni nevrotici e incerti.