“Un poliziotto che ha famiglia, dopo tanti implacabili celibi.”
(Gesualdo Bufalino)
120 anni di George Simenon, scrittore amatissimo, belga e di lingua francese. Giallista-noirista raffinato ed espressivo.
Fra i libri rimasti nel cuore segnaliamo Il porto delle Nebbie, in cui la nebbia celava le passioni umane dei personaggi e confondeva le indagini del caro – ma turbato – Jules Maigret; infine La pipa di Maigret, la cui pipa, dal protagonista tanto amata e sparita d’un tratto, pone le basi per una indagine imprevedibile e pericolosa.
Simenon pareva scrivesse con una facilità prodigiosa, da quella meravigliosa scrivania su cui poggiava in fila le sue pipe preferite. Scriveva a mano (modalità con cui evitava di essere troppo letterario) e limava con la macchina per scrivere.
Il tocco artigianale, quando misurato da una consapevolezza di scrittura attenta e piena di talento, entra nel cuore del lettore. Simenon poneva la sua vita negli scritti che ricoprivano l’intero arco della sua giornata (un capitolo al giorno per otto giorni) e le storie avvincenti che scriveva – non sempre di genere, non sempre noir – ridimensionavano la figura dell’eroe che scopre l’assassino. Poiché Maigret era eroe e antieroe al contempo, e con una moglie in gamba al suo fianco. Una donna al fulcro dei suoi pensieri e aiuto fondamentale per i suoi impacci quotidiani. Maigret era uomo come tanti ma con il buon fiuto per il giallo; era lui a innervare (quasi) ogni storia di Simenon, ancora amatissimo e straordinario compagno di letture piacevoli – che appunto ci ricorda, come fosse lapalissiano ma purtroppo non è, che la lettura è un piacere preziosissimo e magico.
Adelphi ripropone nella collana dedicata i libri meravigliosi di Simenon, autore fra i più amati e rivalutati dello scorso Secolo.
A noi non resta che augurarvi buona lettura. Sempre.