È il cuore. Proprio lui.
Un organo senza coscienza,
grumo di carne goloso
della notte
più agitata e tediosa che
affonda maldicendo le ossa,
l’oscurità.
Proprio lui. Solo un pezzo
di me,
un nome sdolcinato che
si gonfia di abissi
e immagini screziate
e pulsa inacidito;
il più romantico e detestato
che beve e sputa sangue:
lì, racchiude
in un reticolo di vene
e uno spasmo orgoglioso
le sedimenta di un’anima
nociva alla salute.