Esattamente 130 anni fa nasceva, a Providence, uno dei più grandi scrittori americani, forse il più originale: Howard Philip Lovecraft. Lovecraft ha iniziato la sua vita da scrittore fin da bambino, assiduo frequentatore della Biblioteca del nonno (presso il quale trascorse un’infanzia quasi felice) e mente ancora aperta a ogni suggestione, soprattutto agli incubi terribili che lo colpivano di notte: i primi che raccontò e descrisse erano I Magri Notturni, esseri demoniaci che lo tormentavano. Lovecraft conosce un’ostilità misteriosa alla ragione umana, il mistero orrido e imperscrutabile che permea l’universo. Ateo dichiarato, lo scrittore raccontava d’altronde il suo universo interiore in una personale dicotomia ragione/paura, nella quale la paura vinceva infine sulla ragione grazie alle sue radici più profonde nell’animo umano. La sua mitologia fantastica-fantascientifica, inimitabile e orrorifica, gravita attorno al principio di Cthulhu, antica divinità mostruosa ed essere dalla testa rotonda irta di tentacoli, grottesco e immenso, celato nelle profondità marine, destinato a padroneggiare sulla miseria umana.
Gli incubi di Lovecraft ispireranno la letteratura horror e fantascientifica degli anni a venire: il sogno terribile non si è mai interrotto.
“Non so perché i miei incubi fossero così orrendi. So soltanto che la falce della luna calante non era ancora alta nel cielo, verso est, quando mi svegliai madido di sudore gelato, deciso a non riprendere sonno.”