Poesia che sovverte e spera: Gisella Blanco
Si legge uno sforzo
intellettuale notevole, nei versi di Gisella Blanco e nella sua
sorprendente silloge di esordio, Melodia di Porte che cigolano,
pubblicato da Edizioni Eretica; uno sforzo filosofico, prestato alla
forma levigata e severa del verso, sorretto da parole essenziali
incasellate nella loro forza significante e senza fraintendimenti. Un
pensiero in cui l’autrice tenta di sintetizzare e far vibrare molte
suggestioni e letture filosofiche di cui è debitrice e di cui si
avverte ancora la fascinazione: un cuore filosofico che si arrende
tuttavia al sentimento.
Il pensiero si arrende
all’emozione, o ne cerca la sintesi, una ricchezza piena di
significati colti con la curiosità tipica del fare poesia.
Disperdo libertà superbe
sul volto rugoso del mare,
partorite da lembi di fiato
socchiusi
in grembo di coscienza,
che è prestigio materno
ogni giorno
sulla riva deserta delle pulsioni […]
Gisella Blanco presenta
un mondo interiorizzato ancora debitore del mondo esterno, luogo
desolato su cui è impossibile piantare e seminare vita e memoria. Un
non-luogo rigettato da una analisi talvolta spietata e disincantata
di ogni possibile particolare. Le porte della percezione invero
cigolano, forse fastidiosamente: ma annunciano la melodia che si
rivela oltre la soglia.
Vivo
in terra d’altri,
di sconosciuti
alieni insoliti,
idoli perversi
che suturano
in salvezze passeggere
la fame di conforto.[…]
Il mondo è infatti
vissuto con una criticità a cui la poesia si oppone, con l’unicum
dell’individualità, con il poeta naturalmente, eternamente outsider
– portatore di un linguaggio estremo, talvolta estraniante e
tuttavia in lotta con l’incomunicabilità tipica del vivere
contemporaneo e in collisione con l’usura del tempo, mai bastevole,
nemmeno per un respiro.
Eppure, per avere
un’integrità e rifuggire il tempo stesso, è necessario ricostruire
il mondo stesso, orbitante intorno alla persona, unico punto fermo
cui fare riferimento. Una poesia della solitudine? Gisella Blanco,
come moderna Qoeleth(ma senza rifarsi a un Dio che possa scemare la
sua ricerca) accoglie nei suoi limiti tutto il personale vissuto con
un’analisi ferma: la giovinezza illusoria, la fede fallace, la
bellezza effimera, i piaceri vani – soprattutto la frenesia
senz’anima dell’Oggi.
La melodia delle porte,
coraggiosamente aperte, rimanda a una luce che di contrasto allunga
le ombre persistenti del presente. Fra congetture, sogni incauti,
vertigini di pensiero, si dirama la poesia di Gisella Blanco per
un’altezza in cui si spera di trovare il proprio valore intrinseco e
divinamente umano. Hic et nunc. Qui e ora.
Melodia di porte che cigolano
di Gisella Blanco
Eretica Edizioni
pag. 90, € 13