“Mi hai desiderato”
Il bellissimo libro “L’anatomia della carcassa” di SVEVO SUSA, nuovo poeta della squadra di SP, ha posticipato di qualche giorno la sua uscita. Ma il suo preordine è ovviamente ancora attivo e riserva un regalo in più ai suoi lettori curiosi che ne hanno già fatto richiesta.
Svevo Susa, classe 1989, è un musicista, poeta e artista. Ha vissuto diverse esperienze all’estero, pubblicato dischi e ora ha deciso di dedicarsi alla poesia, passione che coltiva dalla tenera età. Artista senza dubbio eclettico, ha vissuto a Londra e Parigi, è appassionato di musica ed è un autore dinamico a tutto tondo.
La carcassa e l’anatomia.
La Poesia per Susa nasce tra i banchi della scuola elementare, ma attende a emergere; una esitazione dietro al quale c’è la paura del giudizio inconsulto dell’altro ma che parallelamente possiamo ricollegare anche al giudizio sul proprio corpo. Svevo Susa incentra la sua raccolta poetica, L’anatomia della Carcassa, su un tema complicato e delicato: quello del corpo propriamente, un corpo muta-forma, un corpo in cui non ci ritroviamo molto spesso e con il quale fare pace.
La poesia di Svevo Susa si sposa benissimo con la scrittura delle sue canzoni, e dopo la pandemia e in seguito a un’infatuazione amorosa, decide di mettere nero su bianco la consapevolezza forse raggiunta ma ancora in sviluppo della sua persona, del suo corpo, del suo essere artista.
Autodefinizione
Un’autodefinizione che si può leggere nella silloge, in poesie che il poeta stesso definisce carnali, come la carne a cui si fa riferimento, il corpo: carne e ossa, in relazione a tutto il mondo che vi gira attorno: un corpo che non segue ciò che gli chiediamo, perché urlare al mondo ciò che si è diviene la prova del riprendersi il corpo vivendo sulla propria pelle le esperienze e gli stimoli esterni.
L’anatomia della carcassa nasce da una ferita, dalla non accettazione di sé; ma si manifesta anche nella bellezza malinconica da cui nascono i versi e nuove forme di riconoscimento del sé e del corpo visto come contenitore: alle volte più gradito alle volte un impedimento.
La prefazione a cura di Sandro Bonvissuto è al limite dell’onirico, sceglie di parlare di poeti e poesia, e se letta con attenzione porta a galla i temi principali di ciò che poi si potrà leggere nelle pagine successive. La silloge di Susa trasuda la voglia di diventare, di migliorare e di accettarsi; e le sue liriche, non seguendo una metrica precisa, permette ai suoi versi di volare liberissimi: per un risultato davvero stupefacente.