“In un tempo felice.”
La poesia è una nuvola e segue solo il vento, l’ispirazione più sincera e trascinante.
Romantica ma ardua è l’analogia poetica – quasi un progetto – che Speranza Porcheddu segue nella sua bella silloge poetica, edita da Eretica edizioni, In una nuvola leggera. La poesia di Speranza Porcheddu naviga sopra i margini del cielo, mutevole, imprevedibile, gravida di tristezza o di fervida immaginazione, formata dai contorni fuggevoli che si dissolve in parvenza d’eternità. La poesia è un occhio che non “sintonizza grazia”; è impietosa perché partecipe delle ombre che gravano sulle genti e le loro storie, i loro cuori.
Neve
L’analogia più importante – che è pure caratteristica di una poesia compiuta e pienamente vissuta col cuore – è appunto il cadere delle parole a esplorare, in versi delicati ma pregnanti, ciò che è sotto la volta del cielo, in un’altalenante e ritmato vissuto di cose concrete e uno sfuggire da esse, per ritornare alla libertà del pensiero, al respiro del poetare, scevro di ogni radice. Vi è un tacito conflitto fra corpo e anima, come fra cielo e casta terra, fra sentirsi nel mondo, vivendolo appieno od osservandolo a distanze siderali; dopotutto il mondo è anche fardello:
le passate cascate sonore tacciono
e ti senti come neve che cade
mentre tutto il mondo
attraversa le tue perle bianche
(pag.12)
La nuvola detiene meglio di chiunque altro la rappresentazione di una entità o simbolo che resiste al tempo, il tempo che l’attraversa e non lascia residui – non lascia in essa il passato. Ma nelle poetessa il passato riemerge come “il fardello dei ritratti/che il giorno diede alle sue passeggiate notturne” inestricabile e indispensabile per la formazione di una propria identità che cerca – o rimpiange – un’innocenza perduta, la curiosità pura e vitale degli accadimenti terrestri.
Sguardo e assenza
Lo sguardo di Speranza Porcheddu è molto ampio e incrocia temi vari e accreditati da sempre nelle vicende umane, le ideologie, le passioni che splendidamente Porcheddu fa rientrare in una percezione corporale radicale e al contempo pieno di un’assenza d’amore:
Quando cadono gli attimi dentro
fioriscono le primavere senza più rose
e inaspettati suppliscono
gli stornelli di quando ero felice…
sentivo un fior come aggrappato al ventre
che non ha più sonno.
La pendola rintocca sui semi fertili delle mie storie,
ma sono solo canzoni.
(Pag. 18)
Anche i sogni son fatti di nuvole? La poeta sa che il suo sguardo sognante si muove insieme alla nuvola leggera che sempre supera i confini; e con la poesia prova a prendere lo sguardo del lettore, alleggerirlo fino a renderlo leggero in un “incontro desueto fra verità e capriccio” che si racchiude in una poesia sincera e libera, ma anche intimista e sognante che si smuove nel buio, insonne:
Non dimenticare le lanterne
quando le parole calano la notte.
(pag.42)
Non dimentichiamo il sogno, la notte; ma ritorniamo alla poesia. A cominciare da questo libro.