“Accadi ora/qui/oltre me.”
Senza me, senza il passato
La poesia di Selene Pascasi affronta in questa intensa silloge, Senza me, edita nei Quaderni di Poesia per Eretica Edizioni, con parole implacabili e quasi disperanti, il silenzio originato da un abbandono, da un mancato patto di conoscenza con l’altro da sé. Rimangono le parole della poesia, e la stesura delle stesse è un ricominciare. Un “raccogliere briciole” di sogno che permane nei sensi, ma che ritrovano, parola per parola, una carica emotiva ancora attuale e imperante. Il passato compenetra il presente in una dilatazione temporale improvvida e sofferta quanto temeraria e audace – deflagrando nell’ispirazione che la scrittura richiama e riavvolge intorno alla coscienza.
Ricordi e passioni
Il ricordo viene evocato richiamandosi all’interlocutore della storia che riemerge come presenza fattiva, in realtà un residuo amoroso che scorre nel sangue della poeta: un passeggiare dalle parti del cuore, come scrive sempre Pascasi, che conduce a cantare di memorie sopite tramite la voce di chi non c’è, e come un’eco si dissolve nelle stagioni. La poesia di Selene Pascasi è invero satura di evocazioni. Di sguardi alla natura e alle cose che definiscono nel presente la realtà. Se non è un amore arrendevole, si tradisce dunque il forte desiderio di vita e di riscatto. Ed è per questo che il ritorno alla parola scritta affronta l’indicibile, definendo al contempo gli impulsi – anche carnali, anche erotici – di un’identità che si riappropria di sé.
Con la poesia si rielabora (si racconta) l’amore, sfiorandolo ancora, e nel farlo si rinasce, contando ogni cicatrice che la vita segna nel corpo e nel pensiero e ancora bruciano nel mentre di un’introspezione quasi chirurgica, affinata in parole sostanziali e inappellabili:
Corpo immobile
scaravento gli occhi
su un candore stanco
mentre la luce del buio
si stringe alle mie ossa
per elemosinare intervalli.
Notte senza età
Al ritmo del verso – sovente sostenuto, quasi sincopato – si sommano parole che vivono una dinamicità interiore e immaginativa preponderanti, sì da rappresentare la lotta interiore contro quel tempo intriso di dolorosi ricordi ai quali ribellarsi, o da accettare in una sottesa nostalgia, combattuta da
aritmie sospese di una notte
che non dichiara la sua età.
Ma la poeta – come d’altronde dichiara nel titolo della raccolta – è senza se stessa. Un disconoscersi per muoversi ancora in un presente che pare assurdo e nuovo e che esige il riaffacciarsi dell’anima a nuovi giorni.
Fuggo l’estetica del calligramma
inseguo l’elettrico fulcro.
Perdita necessaria.
Ergastolo.
Rinascere
È un vivere dopo la confessione, con l’ultima speranza – o utopia – che l’altro da sé ritorni per ricominciare un dialogo vitale con la persona celata dietro alla poeta. Ma nonostante l’amore, tuttavia, permane proprio la poesia. Un procedere parola per parola, passo dopo passo. Superando incanti e ritrovando la vita nella sua difficile ma straordinaria pienezza.
L’autrice
Selene Pascasi (L’Aquila, 1971) è avvocato, giornalista (autrice e firma de Il Sole 24 Ore), Ha pubblicato la monografia La Persona Oggetto di Reato (Giappichelli, 2011), la silloge poetica Con tre quarti di cuore (Edizioni Galassia Arte, 2013), la raccolta di aforismi In attesa di me (Rapsodia Edizioni, 2015) . Ha vinto il Merini e lo Zirè d’oro.
Con questa sua silloge, Selene Pascasi conferma un’ispirazione audace per una poesia sincera, di immediata connessione con i pensieri e un anelito esistenziale elevati che le Edizioni Eretica hanno accolto appieno.