Gadget, algoritmi e un segnalibro.
Parliamo di due libri diversissimi fra loro: due mondi. Perché accostarli? Il primo libro, opera di Jaron Lanier – uno dei protagonisti del film The Social Dilemma, pioniere della realtà virtuale – mette in guardia dai social network, rei di una pesante modifica delle nostre abitudini e della percezione della realtà. Dieci ragioni per cancellare subito i tuoi account social è un libro godibilissimo – edito da Il Saggiatore – per intensità e brevità: ma lascia un po’ di amaro in bocca. E tanta inquietudine.
Chi siamo?
Noi seguiamo gli algoritmi di Aziende che ci svendono una percezione, un bisogno; i Guru di tali aziende sanno che c’è “bisogno di dare una piccola dose di dopamina ogni tanto, per esempio se qualcuno metteva un like alla tua foto o al tuo post […] è un loop di feedback e validazione sociale.” Parola di Sean Parker, primo presidente di Facebook. (pag. 19 del libro). Jaron Lanier si è rivoltato contro la realtà-non realtà ch’egli aveva fondato e ora gira per il mondo spiegando il Grande Inganno dei social network e la loro pericolosissima influenza sulla vita sociale e politica.
Tutti sanno qualcosa, ma nessuno sa tutto; tuttavia, la saggezza della folla soffoca la saggezza dell’individuo in quanto folla; la voce dei tanti sovrasta la voce del singolo; la quantità dei pensieri annebbia la qualità di ogni singolo pensiero. Jaron Lanier contesta tale assioma: se la qualità va a farsi friggere, contemporaneamente il linguaggio post-simbolico, oltre la parola, ci sta rivestendo e condizionando l’esistenza, in cui non siamo più liberi ma crediamo di esserlo: la saggezza della folla lascia spazio al totalitarismo cibernetico.
La saggezza di un segnalibro
Il secondo libro, opera di Massimo Gatta (direttore editoriale della casa editrice Biblohaus) ed edito dai tipi di Graphe.it edizioni, parla di un bene materico e al contempo un bene quasi filosofico: il segnalibro, sempre a margine delle nostre letture – a margine del nostro vivere, ma puntuale, collante della nostra memoria, nostro piacere, nostra avvisaglia della realtà. Nella sua storia (antica assai) il segnalibro è l’oggetto che ci permette di ritrovare il punto. Siamo fatti di tag o lasciamo (e ritroviamo) il segno che nessun algoritmo prevede?
I due libri, posti insieme, lasciano un margine di speranza ai nostri pensieri, ben più forti degli algoritmi. Ma una cosa è vera: cancellarci dai social è un costosissimo lusso. Non siete d’accordo?
Se ti fermi, puoi avanzare
Che cos’hanno in comune i due libri? La speranza di ritrovare quel punto; e ritrovare noi stessi. La forza dei pensieri quale principio di una rieducazione continua alla cultura e alla libertà che in tanti hanno ottenuto prima di noi lottando, rischiando con il corpo, la vita: non certo bombardandoci di hashtag o filmini di trenta secondi.
Siamo in piena dittatura del consenso a tutti i costi, dell’indignazione quotidiana e dissennatamente giusta? Siamo i gadget in vendita di un’enorme campagna marketing, la più grande, ricca e clamorosa della storia – basata su un click, un tag?
Leggiamo i libri, incuriosiamoci; e, quando la necessità di discernimento è avvertita dalla nostra mente, fermiamoci a riflettere. Se ci fermiamo, possiamo avanzare; ma possiamo anche ritornare al punto di riflessione: abbiamo sempre un segnalibro che ci aiuta.