Eternità, memoria e ricordi nella danza di una Poesia.
È tempo di letargo, ghiaccio e neve. Tempo di un bianco che azzera il tempo, o lo fa ripartire, consentendoci di ritornare a noi e alle nostre emozioni.
Da questo bianco (immaginario?), come piante selvatiche emergono le poesie di Scena Muta, di Nicoletta Bidoia. Liriche sommesse, precise, dal ritmo quasi perfetto e vergate da un talento maturo che nasconde una vitalità e un calore appena rivelati. Come un brace viva sopravvissuta a un infinito inverno.
E questo inverno spietato, di lontananza e imprevedibili visioni, dispiega i segreti della quotidianità che quasi ripudiamo, perché non amato: dal suo sfondo bianco si delineano questi segreti precisi, congrui, con parole senz’appello, quasi lapidarie per sorprendente incisività. La voce della poetessa è forte, dialogica e al contempo involuta per una intimità radicale, ben celata fra infiniti strati di neve. La vita si ama quando sommessa e assolutamente concreta, come questi versi vogliono intendere.
Ma il libro invita anche all’altrove. A un sogno di danza, un anelito di libertà necessaria per la poesia tutta di Bidoia.
La libertà principia dalla memoria, da un ricordo autobiografico inserito in una scuola di balletto classico, precisamente a Reggio Emilia. La poesia si maschera in una prosa precisa, quasi chirurgica ed elegante – per naturale necessità di evocare tutti i particolari possibili di un ricordo di infanzia e renderlo vivido. Una storia dentro la storia, dentro l’arte e la Poesia stessa. Qui, ogni piccolo paragrafo ripercorre un breviario della memoria, l’esperienza della scuola – la “nuova casa” – la lontananza dalla famiglia di origine, la paura della solitudine e la nostalgia. La poetessa racconta, rivive “i corpi soli, addossati a una promessa”. La poesia è un cigno dal destino crudele, nel bianco dell’ eternità.
L’innocenza di una esistenza sopravvive in bilico fra rovina e grazia. Come in una danza. La poesia di Bidoia sublima questa profonda e sottile incertezza e i versi vibrano di una vitalità profonda e indomabile, come magma sotto la neve.
Un libro ricchissimo, notevole e suggestivo, splendidamente pubblicato dai tipi di Ronzani, da anni eccellente testimone della poesia italiana del nostro tempo.
Quando
finirà
questo
secolo lungo di ghiacci
e
novene, l’irrigidirsi dei propositi
che
cristallizzano col fiato?
Ci
chiediamo se sia del bianco
l’invenzione
dell’eterno.
Scena muta
di Nicoletta Bidoia
Ronzani Editore
Pag. 76, € 12