La lettura delle poesie passa dalle delusioni alle illuminazioni, ovvero: dalle poetesse che mancano di quella luce che illumina le cose e i nascondigli più reconditi dello spirito, a quelle che con la luce convivono, una chiarezza di intenti e idee, non tralasciando le ombre che ispessiscono ogni esistenza.
Così, per divertimento o per ricapitolare ricordi e storia della nostra grande poesia italiana, è d’obbligo una piccolissima ed essenziale lista di grandi nomi che ci hanno donato versi splendidi e duraturi.
In ordine cronologico: da ieri a oggi.
Ieri…
Ada Negri (1870 – 1945)
Prima e unica donna a essere ammessa all’Accademia d’Italia (sic!) e prima ancora Maestra elementare. Poetessa dai versi talvolta accorati e quasi di stampo sociale, altre volte intime, ma formalmente perfetti e di grande incisività e limpidezza. La sua fama non si è rivelata duratura, ma oggi trova posto dovuto fra le grandi voci letterarie del primo Novecento.
Antonia Pozzi (1912 – 1938)
Una rottura col passato. Straordinaria e sensibilissima, i suoi versi sono delicati e dirompenti e segnano ogni tappa della sua esistenza. Innamorata della vita, gravata da delusioni (anche amorose) brucianti e irrisolte. Antonia Pozzi si tolse la vita ad appena ventisei anni. Guardami, sono nuda, raccoglie versi che raccontano con sincerità disarmante la nudità della sua anima.
Cristina Campo (1923 – 1977)
Spietatamente lucida, intellettuale, sofisticata, e tanto altro. Una voce poetica imperitura che supera ogni moda. Donna e poetessa elegante, soprattutto originale, con un uso immaginifico della parola.
Amelia Rosselli (1930 – 1996)
Fragile, come il suo verso che cercava di sintetizzare le parole del mondo e il suo animo indifeso. Il suo linguaggio, nell’impossibile tentativo di farsi universale, è unico è spiazzante.
Alda Merini (1931 – 2009)
Lei è stata La pazza della porta accanto. Amatissima. Poesia sensuale, diretta, talvolta musicale e toccando lirismi sfaccettati, fra terra e cielo (e talvolta mistici) ancora oggi offre una lettura intensa per ogni gente.
Maria Luisa Spaziani (1922 – 2014)
La sua poesia ci conduce in un altro mondo, un grande gioco di fantasia e richiami al passato. Poesia e prosa di arguzia, poesia anche ironica che nutre la sua vita, e viceversa.
… e Oggi.
Scrive sotto forma di catalogocon una disamina originale e un’onesta intensa dichiarazione d’amore per la parola, scrigno di pensieri quasi tattili, simili a dense pennellate che raffigurano il mondo.
La bambina pugilein lotta col mondo per amore del mondo. Candiani tenta un’oggettivazione del suo sentimento per cose e persone, ma lo fa con una grazia e un intuito unici che toccano (e quasi passano) la comune realtà.
Alla ricerca della parola giusta, poiché inadeguata alla forma poetica, Gualtieri offre un pensiero unico, quasi filosofico, che riporta l’inadeguatezza della nostra umanità e dei nostri sentimenti.
Scrive poesie di stupenda limpidezza: dai suoi versi traspare gioia, un anelito sommesso alla creatività e all’amore. Un esordio strepitoso con La coinquilina scalza. Con un altro suo bel libro, Domare il Drago, racconta il tentativo di dare forma al sentimento e alle cose senza nome, e offre una guida indispensabile per chi crede (e non solo) che la poesia sia anche linguaggio e racconto del futuro, nel futuro.