“Toccando il silenzio”.
Per l’attore e regista teatrale Giuseppe Semeraro la scrittura poetica è parte integrante di un assiduo percorso artistico che ha come inizio propedeutico un dialogo interiore con se stessi e il proprio corpo. In piena pandemia – non ancora completamente sventata – è interessante osservare che proprio la Poesia assorbi contemporaneamente le ferite e gli eventi del mondo, in concomitanza con le istanze ed espressioni artistiche che hanno formato il percorso individuale di Semeraro stesso – riflettendone la gestualità, l’interpretazione della parola intesa come cantico sommesso dell’anima e delle sue multiformi significazioni: i ritmi, la pause, i toni e interpunzioni di queste poesie nascono dai molteplici e vissuti aspetti del reale e rientrano nella pelle, nella carne, laddove restano incise le prove ontologiche più concrete del poetare e del vivere e si raccontano nell’ultima silloge del poeta, Da qui a una stella, per i tipi di Anima Mundi. Il corpo è rifugio a cui approdare, ma è anche inizio di un infinito viaggio di idee che affrontano necessariamente i temi cruciali del tempo e dell’amore:
Quanto tempo impiega un corpo
a perdere un’abitudine
a un bacio, a un abbraccio
alla carezza di un bambino? […]
Fra Sogno e Realtà
I suoi versi combattono il timore che la sensazione di sogno – o di scollamento dalla realtà, nella solitudine del pensiero – paralizzi il corpo; una immobilità che la poesia spezza, perché attratta ineluttabilmente dalla realtà stessa e dall’amore che per essa si confessa, nell’arcaica attrazione per la vita:
[…]Ci sentiamo persi nel tempo
ogni corpo custodisce memoria
porta dentro ancora inciso
il sogno dei corpi che l’hanno preceduto.
Abbiamo dimenticato la sua voce sacra,
smesso di ascoltare il suo canto […]
Giuseppe Semeraro si rivolge spesso all’altro da sé interpellandolo con il tu, al quale lasciare appunti di vita, note che rientrano a sé nella consapevolezza su ogni istante concesso dal tempo concede nessun teorema può codificare: alla poesia risponde il corpo e il suo silenzio, la sua energia in piena potenza, sempre pronta a deflagrare e attestarsi nella quotidianità.
Teatralità, monologhi, ritorni
Al pieno ritmo e gestualità di parole, che si intrecciano in cogitazioni assidue, corrispondono componimenti precisi, brevi, di tono aforistico, con linguaggio più scarno e riflessioni urgenti che né mente né corpo (tempio dello spirito) possono più trattenere:
Oggi il corpo è un soffio di polline
un dolore che sa tacere
e porta al largo la stiva dei fantasmi
Il corpo assorbe le contrazioni del pensiero, le muta in danza, voce, impulso vitale; alla Poesia il compito di riscriverne la traccia di umanità.
Le poesie di Giuseppe Semeraro, che contano la distanza inesplicabile fra l’infinito del corpo e le stelle che vegliano su di noi all’incedere dell’oscurità, sono un appello a non dimenticarci di noi stessi.