“Volti, volti nella mente/infissi”.
OSTINATO AMORE
I ricordi rinnovano il sentimento dell’amore, e l’amore fa altrettanto con i ricordi. Il maestro Umberto Piersanti fa dell’esercizio della memoria una materia poetica viva e rivissuta in versi incalzanti e spogli, di straordinaria varietà e passione, e volge l’ispirazione che ne consegue fino ai campi eletti del meraviglioso entroterra marchigiano, ch’egli ha vissuto e in cui continua a vivere.
con gli occhi
e con le mani
ti cerco il volto,
la memoria pervade
le mie giornate.
Una assidua ricerca di sé orienta il filo conduttore della sua ultima silloge, Campi di ostinato amore – pubblicata per i tipi de La Nave di Teseo – senza mai soccombere alla vitalità misteriosa e severa della natura, ma in essa riconoscendovi il sentiero dall’esperienza esistenziale. La sua poesia assomma lirismo classico e parole impressioniste a cogliere il particolare dei suoi campi mitizzati, su cui si muovono i ricordi vividissimi sulla sorella, il padre, la madre; e in cui la guerra sempre pare incombente e porta paure e speranze di una rinascita della vita – il risveglio dopo l’incubo.
URGENZA
Una poesia che mantiene una musicalità straordinaria e un ritmo ostinato, riflettente un pensiero urgente, una preziosa reminiscenza che direttamente pompa dal cuore: la poesia di Umberto Piersanti, fra i massimi poeti italiani contemporanei, si addentra nel mistero e nel dolore necessari al mondo, e che egli, dal suo angolo di terra e monti e colline, abbraccia con un sotteso senso di serenità e consapevolezza, pur sperimentando le vibrazioni commosse di amori perduti; il suo mondo arcaico e pullulante di luci testimonia una microgalassia dello spirito in cui perdura il pensiero meditabondo, e la Poesia vi deflagra e perdura luminosa, come ultima stella a spegnersi, in prossimità del Vuoto in cui il verso stesso volge – e che paradossalmente formula, alla chiusa di ogni poesia, un inno sacro alla vita: a sua volta determinata anche da ombre necessarie che la poesia stessa coglie nel suo respiro.
RACCONTARE
Altri sono i miei anni,
come quelli dei vecchi
che sanno storie,
oggi i giovani le hanno
scritte sui vetri
con la pelle confusi
dentro le mani
Il poeta ci accompagna al “margine del bosco”, a una scrittura potente quale unico strumento di una esplorazione interiore assidua; le poesie raccontano, con parole combinate in un ritmo e respiro sincopato (quasi irregolare e spezzato da vibrazioni emotive) e offrono la contemplazione di una stanza di quel bosco, di quel mondo da salvare e che nei ricordi si appropria di colori vividi con analogie di magnifico impatto:
ma lì risplende fitto
il ciclamino
e manda la sua luce
dentro l’aria
Nel particolare si sofferma lo sguardo del ricordo, così da riconoscere gesti e sentimenti delle persone amate – ombre che abitano il presente del poeta, sussurrando le parole sacre da trascrivere in un flusso di coscienza appassionato.
La forza poetica di Umberto Piersanti si rinnova con felice ostinazione e, come in questo caso, permette la riuscita di un libro poetico fra i più importanti e commoventi degli ultimi anni.