“Svola mia grazia.”
Una balena per la poesia
Le poesie di Monia Moroni sono un anelito urgente alla libertà. I suoi versi svaporano, esattamente come suggerisce il titolo della sua seconda raccolta, “Svola balena! Poesie allo stato gassoso” per i tipi di Cicorivolta, dopo l’esordio di “Operette in marca. Versi d’una guardiana dell’armadio di scarpe.” (Theta, 2020). Nella sua scrittura c’è un’originale ibridazione fra canto moderno e necessità contemporanea di affermazione di sé, e gli echi di un pensiero romantico, di ideali e canti leopardiani: Giacomo Leopardi è invero il suo maestro, suo riferimento per affrontare le questioni che toccano l’infinito e che la poesia, in millesimi di parole, secondi e respiri dona alla poetessa.
Leopardi
Pur debitrice innamorata del Grande di Recanati, Monia Moroni rincorre nei suoi versi una luce di sogno e che si stratifica sulle cose del reale: sebbene le sue poesie nascano fra quattro mura dove “vissi la fanciullezza tarda/a scriver chiusa”, il senso di meraviglia predomina le sue parole, e la luce di sogno è in realtà un modo romantico – ma altresì lucido fino al parossismo – di ritrovare, ogni giorno, qui e ora, la vita. Una vita dimenticata, senza la barbarie umana e il suo affaccendarsi nevrotico; una poesia che nasce dolce-amara, da un sentore di follia intima e ben celata, che nel verso poetico diviene un imprescindibile momento di sollievo e anche un istante di consapevolezza che si imprime nel cuore e si comunica al lettore: la sua balena “svola” carica di grazia e purezza, e le poesie che ispira sono reminiscenze di sogno e speranza.
Svola bianca balena
sui picchi d’idrometeore, intensa
cavalca l’onde del vento fraterno
araldo dell’acqua tua vita, tuo grembo.
Svola leggerissima com’un fuscello
viandante corposa nel marzo eterno,
lenisci ‘l male curvo, egro.
Svola mia grazia, vostra maestà
sorprendi l’omo immoto, spento
scortalo in sul dosso
rimirar la fiaccola certa.
Svola balena
espresso fastidio del fatuo
in notti illuni, contrasta
vola liberissima, allo scadere del tempo.
Ritmo e sogno
Lo stile di Monia Moroni comunica quell’urgenza che, dapprima compressa in sé, come un segreto, si libra come un respiro consolatorio, come una voce brillante che nel diletto della parole immaginifiche e lessicalmente ricche imita il gioco dell’esistenza come scherzo del fato che ci avvinghia; pur rifacendosi a un linguaggio volutamente arcaico e classicheggiante, l’intreccio di un pensiero acuto e di un ritmo quasi vertiginoso sfociano in una poetica assolutamente intimistica quale unico e plausibile riparo dalle ferite della memoria e del tempo, che inflessibile scorre e consuma.
La silloge si compone in un unico canto di consolazione: è la speranza a farne vibrare i versi e a superare il dolore di una vita avversa e bellissima allo stesso tempo.
Comments (2)
Monia
Grazie di cuore per le tue parole così sensibili ed esperte; per l'umanità professionalità che ti contraddistingue e per l'amore per la poesia che ci lega 💙
Pietro Fratta
Grazie a te per il tuo splendido libro.