“A ogni passo sentiamo.”
REAGIRE AL VUOTO
Il vuoto frontale della giovanissima poetessa Sabrina Amadori (la silloge è a cura di Cartacanta edizioni) sembra un
muro invincibile di silenzio che le si oppone.
Sabrina Amadori con la sua poesia lo contrasta; e con la forza raccolta dalle parole racconta il suo tentativo, forse disperato quanto inaudito, di scardinare tal vuoto con la poesia.
Si evince in ogni verso un fiato corto e al contempo pieno di pause, di attese; si percepiscono parole che si susseguono con il dolore di una verità che piano esce ma che, appena scoperta, diviene tagliente.
Chi o contro cosa si manifesta quel vuoto duro inevitabile che le si para di fronte? È forse sua volontà oltrepassarlo e ritrovare una
voce che le indichi esattamente se stessa e che la poesia sa riconoscere.
io
non mi so
non
mi conto che in un cuore
fermo
all’equatore
PERDERE L’AMORE
È sorprendente la chiusura netta fra la prima e seconda parte della silloge. Nella seconda parte Sabrina Amadori identifica il vuoto
quale assenza di un amore che lascia il corpo disabitato, come una stanza disadorna e non più vissuta.
Si viene condotti verso un silenzio improvviso. Il carico delle parole è come una nuvola gravata da una elettricità di versi fulminanti – le poesie sono brevi e luminose e combattono il peso dell’assenza e del vuoto frontale che la sfida.
La
sponda del tuo viso
è
terra sfiorita in inverno
vuoto
frontale.
Ma dal vuoto si ricomincia a essere; e ogni verso nasce e rinasce con la memoria a ritrovare la fonte del sentimento che nel tempo non
sa rinnovarsi; le ferite infatti sono definitive e proprio da qui si riavviano i versi poetici.
Ora
che il mare si è fermato
la
terra respira questa fatica
l’aria
di pietra, la corsa sfinita
il
sangue che trema nei polsi.
La
fronte è una scogliera
a
picco sul dolore.
RITROVARSI
Il “mare si è fermato”; la consapevolezza del dolore ricrea tramite la poesia un tempo interiore che asseconda solo le esigenze del
proprio spirito. La parola ricade sempre fino “al fondo nero del cuore che apre” e tutto ciò che si rivede fa sanguinare lo sguardo.
Dopotutto è il ricordo di una guerra che travolge i sentimenti e le guerre non portano altro che distruzione, annientamento; nonostante il rischio di questo dolore, la poesia vigila sui sentimenti ombrosi di rancore e sfiducia affrontando il vuoto.
PREGHIERA
Non resta che l’attesa di un miracolo che solo la poesia rivela nella terza parte della silloge. Sabrina Amadori è in giusta opposizione al vuoto tramite frasi d’amore che invocano la preghiera e la reazione di un’esistenza che vuole rinnovarsi.
Il
mare è una ferita aperta
luce
sfinita, restare nel tempo
è
pregare per il silenzio degli occhi.
Vuoto Frontale, copertina |
di Sabrina Amadori
Capire Edizioni
Pag. 46, € 8