“La sera è un muretto di parole.”
È un canto appassionato e sensuale – dalla poesia per la poesia – l’opera di Agnese Coppola: la poetessa diviene strumento lirico di un’ispirazione potente, onde il tema inevitabile di una pienezza di vita a cui arrendersi. Il verso è una ricerca quasi spasmodica di una personalissima espressione dell’immaginazione. La sete della sera (libro edito da La Vita Felice) è talvolta improvvisa quanto necessaria, coglie di sorpresa in ogni istante; in un esauriente ritrovo di consapevolezza le parole compongono un sommesso e totalizzante canto che nel respiro del verso trae una forza dirompente, tale che “i seni contrastano il cielo.”
Lilith
La riprova – e punto di riferimento essenziale alla poetica di Coppola – è il personaggio mitico di Lilith, che veicola un’ispirazione potente: figura emblematica, vibrante e sensuale, conduce tuttavia a una poesia che non manca di tenerezza e si arrende solo alla libertà dell’emozione.
Ma non solo Lilith è la donna a cui la ricerca poetica di Agnese Coppola approda: non dimentichiamo Frida, simbolo di coraggio, tenacia, di morte nel dolore e resurrezione di un corpo vivido e percettivo; e inquieta è la voce narrante di Penelope, nella cui attesa dell’uomo Ulisse vede la dispersione di un senso, la lontananza ingiustificata dell’amore.
Le parole seguono un ritmo sostenuto con un linguaggio limpido e trascrivono al contempo una radicale ricerca estetica: un anelito alla bellezza che tocca il corpo e il cielo, unendoli; il verso si sostiene su parole significanti (e perdutamente amate) accese in quadri immaginifici pieni di colori e pensieri che talvolta si rifugiano lontano, con un salto mentale alimentato dal ricordo e dal sentimento amoroso.
Apnea
E proprio l’amore confessa “l’incanto” in cui la poetessa Agnese Coppola si fa trasportare; tale incanto è composto da impressioni che cercano di catturare, nella policromia delle parole, l’essenza di luce: una verità esistenziale, l’essere qui e ora, assolutamente reali e vivi e partecipi della forza vibrante (nella gioia, nel dolore e nella sete) della vita.
Il canto di Agnese Coppola si congeda nella speranza (o certezza?) che il canto stesso sia divenuta danza, che il suono si faccia movimento, prima e dopo ogni frattura, ogni pagina bianca: le domande, le risposte, i silenzi del sole che ogni giorno ritorna e detta legge, la notte che ispira la fuga e la leggiadria; la carica erotica se non spasmodica di un’intimità riconosciuta ed esaltata grazie a uno sforzo di scrittura di grande tensione lirica: la poesia di Agnese Coppola è – come accennato all’inizio – una sete che nella sera inizia e nella sera ritorna; e così l’ispirazione poetica non si placa.
Finché si continua a vivere.
La sete della sera
Di Agnese Coppola
ED. LA vita Felice
pag. 120, € 14