Rotoli, del giovane Lorenzo Guidolin, è la parola che spiega secondo il poeta la natura evasiva (ma non troppo) della poesia di oggi.
La poesia come esigenza impellente.
Edizioni Eretica si pone al servizio della poesia che emerge. Fra le mani il libro è piccolo compatto ed elegante, si presenta con la cura editoriale e tipografica indispensabile per presentarsi bene: perché si porta con sé, in tasca, pronto da sfogliare n ei momenti che si credono persi. La poesia – soprattutto – appare come un insieme di canzoni dal ritmo malinconico e rendono omaggio a notti dissipate e momenti di bellezza e compartecipazione con le cose intorno (della città, i luoghi aperti, la natura) e con la puntuale chiusa ironica che riporta a terra il sognatore e i sogni. La notte ci sveglia e a essa si risponde con la poesia, puntuale.
Ma poi tocca “tirare l’acqua”. Poesie usa e getta? O probabilmente perché, più che rappresentare un momento colto nella sua bellezza, esse sono quel momento – di evasione e ritorno alla realtà. Le poesie di Guidolin son realistiche quanto evanescenti: il momento è lucido, perso nello sguardo d’insieme in cui si omaggia la bellezza e di questa la caducità. Il mal di testa che ne consegue – post bronza, forse, ma come lo scotto di una serata in fuga dai non luoghi, dai posti inconsueti visitati e vissuti – è il dolore ricorrente, sopportabile, lungo e difficile da smaltire, del ritorno alla quotidianità.
Ma la poesia ritorna. Quella di oggi, salvifica, si rivela come inaspettata ombra nel mondo trasparente e iperconnesso odierno – nascosta e profonda:
Ah, questa notte.
Quante cose ho capito
e quante ne ho imparato
questa notte!
È da qui che parte una nuova era,
rinasce un uomo nuovo
questa notte!
speriamo solo di non avere il solito mal di testa
domattina.
Una nuova era che non resiste all’incombenza del domani. Ed è per questo più bella e inaspettata.