Femminismo, follia e SCUM di Valerie Solanas.
A prima vista sembra un libro ripugnante, e forse il cuore nascosto (o censurato?) di certo femminismo radicale. L’idea dell’eliminazione fisica del maschio non aggrada, ecco; però in questo delirio si legge un tono sarcastico e irriverente che ribalta alcuni standard maschilisti di allora. Alla faccia dell’ultima uscita dell’editoria francese, di cui si parla in questi giorni, ‘Io gli uomini li odio“, qua siamo ai ferri corti. SCUM è un libro fortunatamente irripetibile, selvaggio, certamente fuori da ogni trovata editoriale. Ma va preso sul serio?
Era pazza, Solanas? O una savia in un mondo pazzo? Di certo ben sapeva dell’ingiustizia che tal mondo le addossava: gli abusi in famiglia, una vita misera e mantenuta a stenti con la prostituzione. Poi New York; l’arte, la scrittura, il disgusto verso tutto un sistema marcio, instaurato (a suo dire) dai maschi e il loro patriarcato.
Irriverente e violento, il libro auspica la fine del maschio, cioè del suo sistema; e tutte le propaggini di tal sistema (anche le rivoluzioni di costume, la sessualità, il pacifismo e le comuni degli spiriti liberi) essendo figlie del patriarcato sono da ridicolizzare, pezzo per pezzo. La critica di Solanas è dunque una critica della società, e lo strumento adoperato la aiuta a ribaltare i cliché tossici sulle donne; laddove il lettore “maschio” si sente offeso per gli attacchi a lui rivolti, deve pensare alle identiche provocazioni sessiste a scapito delle donne. E così prosegue e si sostiene il testo. Dolanas lo distribuiva personalmente in ogni dove, in ogni locale: lo vendeva a 50 cent alle donne e a circa un dollaro agli uomini.
SCUM – Manifesto per l’eliminazione del maschio
di Valerie Solanas
ES Edizioni
pag. 68, € 12
P.S.
Lei sparò a Andy Warhol. Pazzia o gesto politico?
Per i lettori di SCUM si penserà (forse) alla prima ipotesi.
Per le femministe di allora si pensò alla seconda.